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Quante e quali focali.        ( Giugno 2014 )

 
Parliamo di una questione fondamentale nel mondo della tecnica di ripresa fotografica, ovvero la scelta del corredo di focali.

Non tanto la scelta di che focale utilizzare in questa o quella ripresa, perché tale scelta è molto personale e riguarda il tipo di soggetto o di scena ripresa, la distanza, ecc.

La scelta degli obiettivi da acquistare è una di quelle questioni che spesso tolgono il sonno agli appassionati, quasi fosse un preparativo pre-matrimoniale.

E in effetti, visti i costi di alcune ottiche, a volte l’investimento è quasi da spese di matrimonio; poi in effetti, con quelle ottiche un po’ ci si sposa, dovendo conviverci possibilmente a lungo e se col tempo non ci troviamo più bene o ci accorgiamo d’avere fatto una scelta sbagliata, ci tocca divorziare da loro e come per il divorzio, la separazione è “molto” dolorosa ed avviene a suon di quattrini.

Ma come sapete, sia nella vita, sia in fotografia, di divorzi ne avvengono parecchi.

L’essere umano però, si sa, è irrequieto e quello che una volta sembrava perfetto, col tempo può andare stretto.

Vuoi anche che col tempo siamo diventati più bravi a fotografare e quindi più esigenti, ci troviamo a cambiare le ottiche perché le vogliamo più luminose o perché è aumentato il nostro senso critico e l’obiettivo che all’inizio ci soddisfava ci siamo accorti che non è poi così nitido, ecc.

Tutte considerazioni legittime e normali.

D’altronde i costruttori di apparecchiature fotografiche ed ottiche propongono a catalogo una vasta scelta di obiettivi (fin troppo vasta, che spazia dall’iper-grandangolo al super-tele.

E qui inizia il dilemma della scelta.

La causa del dilemma risiede sicuramente nell’eccesso della proposta, ma in fondo, il problema siamo noi stessi.

Partiamo dal primo aspetto.

I costruttori da tempo hanno cambiato le tendenze e se anni fa proponevano ottiche fisse, di lunghezza focale consolidata, sia nella versione più economica e meno luminosa, sia nella versione “top”, più luminosa e meglio costruita, attualmente hanno affiancato più linee di prodotto, ovvero:

Ottiche fisse di media qualità e luminosità, ottiche fisse di alta qualità e alta luminosità, zoom economici e poco luminosi, zoom di alta qualità e alta luminosità; ma non è finita, in quanto a questi si vanno ad aggiungere le ottiche macro a focale fissa e le ottiche zoom semi-macro, gli zoom supergrandangolari, gli zoom supertele, le ottiche tilt-shift, i moltiplicatori di focale, ecc., ecc.

Insomma, ce n’è abbastanza per un corso universitario specifico e per molte notti insonni.

Questo è il solito problema dell’industria che con la scusa di proporre una scelta più ampia possibile e per tutte le tasche, immette sul mercato focali strane o focali “capestro”, con la speranza di catturare qualche strana esigenza, ma soprattutto un gran numero di fotografi disperati, che per accedere ad un certo tipo di ripresa si ritrovano a comprare più di un’ottica, per avere tutte le caratteristiche.

Se l’industria è maliziosa, non da meno l’utente è viziato, vuoi per questo martellamento al consumismo spinto, vuoi perché l’abbondanza è tentatrice.

E qui veniamo al secondo aspetto, che in realtà è il fulcro del problema.

Senza volere scatenare la dietrologia per cui il vecchio e saggio fotografo effettuava gran parte delle sue riprese con il famoso “50mm” e ne era pienamente soddisfatto, bisogna dire che quella ristrettezza di ottiche serviva ad “educare” la visione e si imparava a sfruttare una certa focale per il massimo che permetteva, arrivando ad affiancarla solo quando proprio non se ne poteva più fare a meno.

Capitò anche al sottoscritto di non riuscire più a far stare la scena desiderata dentro al fotogramma, motivo per cui decisi di affiancare il 50mm di prima dotazione, con un grandangolo fisso da 24mm e successivamente ad affiancarlo con il primo zoom 70-210mm, il tutto di costo modesto (specialmente visto ora), ma di grande soddisfazione, almeno finchè le pretese piano piano non aumentarono.

È un percorso che tanti fotografi del passato hanno seguito, ma per i neofiti attuali si tratta ormai di una leggenda o di un racconto da caminetto, salvo poi riscoprire a volte il 50mm, quasi fosse una curiosità o un improvviso toccasana.

Abbiamo quindi fatto un accenno al fattore psicologico e ai fattori e alle strategie di mercato, legati alla scelta delle focali, e quindi?

E quindi prudenza. Ovvero?

Ovvero, anziché cercare di collezionare cataste di obiettivi per coprire questo o quel buco di focale, forse dovremmo pensare tutti a tornare al punto di partenza…

Il punto di partenza non è il 50mm fisso, maè quello del tipo di ripresa, ma prima ancora delle nostre attitudini fotografiche.

Mi spiego meglio.

Se siamo appassionati e convinti fotografi naturalistici di animali, sarà certo utile una focale lunga, che inizialmente, per capire se siamo in grado di affrontare quel tipo di ripresa, potrebbe essere ad esempio un buon zoom 70-300 stabilizzato, da sostituire tempo dopo, quando saremo abituati a quel tipo di ripresa ed avremo magari collezionato un buon numero di scatti di animaletti, ma anche di paesaggi, di piante e casomai di particolari vari.

Se poi fossimo appassionati di soli ritratti, potremmo iniziare ad esempio con uno zoom 17-70 o 17-85, con il quale tra l’altro potremmo affrontare il 90% di tutte le situazioni fotografiche e solo dopo essere diventati esperti e disinvolti, potremmo decidere di acquistare un’ottica fissa da 85 o 100mm, più luminosa, più qualitativa e con possibilità di maggiore sfocatura dello sfondo (ma non è da escludere neppure uno zoom 70-200 luminoso).

E così via, a seconda delle varie esigenze (vere) ed attitudini.

Spesso però, prima di scoprire le proprie attitudini, succede di aver scattato un bel po’ di foto a tutto quello che sta fermo e a tutto quello che si muove, per cui, a mio avviso, vale sempre la regola che un’ottica sola, di fascia intermedia (zoom va benissimo) è ottima per fare pratica e per allenare la mente a “vedere” le immagini, salvo poi affiancala finalmente ad altre ottiche solo quando si ha veramente “fame” di immagini nuove e diverse, ma, in senso generale, quando si hanno finalmente “idee” nuove, perché il senso o la bellezza dell’immagine la creiamo noi, mentre la focale è solo un mezzo.

Non dimentichiamo infine l’ultimo spiacevole effetto collaterale prodotto dall’acquisto di varie focali, esborso economico a parte, che già da solo è la cosa più spiacevole, visti i costi di mercato.

Parlo del peso, ma non quello dei Mbyte dei sensori, ma dei grammi, o spesso dei chili, che i fotoamatori devono sopportare per amore della propria passione e anche dell’ingombro totale dell’attrezzatura.

Ci si ritrova così in una normale escursione fotografica, in cui a volte se ci va male portiamo a casa pochi scatti, perché non abbiamo trovato la luce o i soggetti sperati, a portare zaini con 5 ottiche più accessori vari, somigliando più a cavalli da tiro o asini da soma, che a fotografi.

In questo, gli appassionati di fotografia sono svantaggiati, rispetto ad esempio agli appassionati di ciclismo, dove invece le bici (da strada) più performanti sono sempre più leggere di quelle normali.

Io stesso, dopo anni di fotografia, ma anche di sostituzioni di ottiche, mi chiedo quanto, percentualmente, sono stato somaro!

 
P.S.: Tante focali non fanno un buon fotografo, ma se siete sull’orlo di una crisi esistenziale, comprate pure tutto il parco ottiche!